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Sprazzi di storia erbese degli anni '30

Tra la fine degli anni '20 e gli inizi degli anni '30 la crisi economica imperante in tutta Europa non risparmiava la realtà produttiva erbese e anche l'archivio storico comunale è testimone, a modo suo, dei problemi vissuti dai cittadini, dalle imprese e, di riflesso, dagli amministratori comunali.

Ultima modifica 2 settembre 2024

Molto fitta è, infatti, la corrispondenza che perveniva dalla gente comune e dalle altre istituzioni politiche ed economiche al podestà cav. Frigerio, il cui ruolo si era trasformato in ufficio di collocamento e di mediatore sociale (Foto 1).

Si passa dalla "raccomandazione" per collocare in azienda una persona bisognosa, alla nota rivolta dal Podestà all'amico e "camerata" milanese Conte Carlo Radice Fossati, proprietario in Erba di uno stabilimento tessile a rischio di chiusura, per tentare di convincerlo a mantenere in vita la produzione che dava lavoro a oltre 30 operai; oppure il tentativo di richiedere con una lettera al Prefetto di Como Ducceschi di salvare da una severa contravvenzione dell'Ufficio Lavoro la filanda in Buccinigo di Carlo Rovera, il quale avrebbe altrimenti chiuso l'attività serica che impiegava più di 100 persone. Questo modo di operare era consigliato anche dal precedente Prefetto Rizzato, il quale, in una circolare del 1930 destinata a tutti i Podestà della provincia di Como, indicava un metodo di governo: maggiore contatto con la gente e massima attenzione al fenomeno della disoccupazione (Foto 2).

Il 21 dicembre 1933 XII anno dell'Epoca Fascista il Cav. Alberto Airoldi, laureato in lettere e iscritto al Partito Nazionale Fascista dal 1920, fu trasferito da Albavilla ad Erba per assumere la guida dell'Amministrazione comunale: un impegno gravoso che fronteggiò con l'aiuto di altre otto persone scelte tra gli iscritti alla locale sezione del P.N.F. e quindi nominati membri della Consulta Municipale, organo consultivo del Podestà. Tra questi nel 1936 Airoldi scelse Agronomo Gaetano Bosisio come vice-podestà per sostituirlo per alcune settimane a causa del richiamo alle armi voluto dal regime fascista in vista dell'imminente guerra d'Africa che non risparmiò neppure un amministratore locale (Foto 3).
Per coniugare le esigenze degli ex-comuni recentemente aggregati e delle frazioni con una forte azione amministrativa unitaria del comune, si provvedette alla nomina nel gennaio del 1935 di nove Capi-Frazione, nella cui figura, secondo la circolare del Prefetto Mario Chiesa, "non si doveva ravvisare in alcun modo il risorgere del consigliere elettivo, ma erano da considerarsi organi informativi sullo spirito pubblico e sullo stato reale dei bisogni delle frazioni o borgate a sussidio dell'opera del Podestà".

 I Capi-Frazione, nominati tra gli iscritti al PNF, dovevano essere tra le persone più probe della frazione, poiché ai titolari di tale carica onorifica di durata biennale e svolta a titolo gratuito, erano assegnati poteri di controllo sociale e del territorio: segnalare eventuali abusi dei funzionari comunali e deficienze nei servizi sanitari (allora in parte in capo ai comuni come il medico condotto e la levatrice) e nei servizi pubblici, vigilare sulla sicurezza dei quartieri e sul rispetto dell'obbligo scolastico, infondere tra la gente il culto delle tradizioni locali, l'amore per la famiglia, la patria, il Duce e il Re. Da notare che tra le nove frazioni in cui fu suddiviso il comune vi erano, oltre ai vari comuni aggregati a Erba, anche Mevate, Erba Superiore e Stazione.
Per capire la realtà sociale economica e culturale locale del tempo e l'intervento in economia del comune basta sfogliare le numerose delibere podestarili. Da rilevare l'assegnazione di contributi nei vari settori tra cui:
a) nel campo sociale: premi di natalità alle famiglie, contributi ai bisognosi (detti sussidi di miserabilità), e agli asili;
b) nel campo culturale: al Comitato Comunale dell'O.N. Balilla per l'organizzazione dello sport giovanile, al Comitato Organizzatore della "Sagra della Brianza" i cui proventi avrebbero finanziato la costruenda Casa del Fascio, alla Pro Erba per il concorso dei veicoli infiorati o per lo spettacolo all'aperto "Balletti Italiani" e all'O.N.M.I. per la "Festa della Madre e del Fanciullo";
c) nel campo economico: agli allevatori che avessero acquistato bachi da seta al fine di incrementare la bachicoltura locale e al Comitato Locale per la Fiera Primaverile di Bestiame per l'organizzazione della fiera che doveva essere trasferita in un edificio costruito dal comune;
d) nella sicurezza: il comune aveva nei propri ruoli del personale anche i guardiani carcerari in servizio presso il carcere mandamentale in Erba, edificio pure in carico all'amministrazione relativamente alla manutenzione.
Una delibera particolare fu decisa nel gennaio del 1936: il Podestà intese acquistare una sirena d'allarme per la protezione antiaerea. Era questa una premonizione del buio che attendevano di lì a poco gli erbesi…?

L'ARCHIVISTA COMUNALE
Dr. Claudio Barbieri


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