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Le vicende storiche della zona

Nessuna testimonianza rimane delle dominazioni longobarde e franche, che lasciarono tuttavia nella zona la divisione feudale; Erba ed Incino ne rimasero fortunatamente indenni e vissero come liberi comuni anche durante le calate del Barbarossa.

Ultima modifica 30 agosto 2024

Quest'ultimo, nella vicina Tassèra di Carnìgo, fu sconfitto dai milanesi ai quali quei liberi comuni (Orsenigo e tutta la Pieve di Incino) avevano dato un valido e decisivo aiuto (1160). Milano ricompensò questi modesti ma valorosi comuni alleati investendoli del diritto di fregiare le proprie insegne con lo stemma di Milano: il che comportava a loro favore una serie di privilegi oltre ad ampie immunità. Per effetto di tali concessioni la Comunità di Erba fu aggregata ai cittadini milanesi di Porta orientale, nella parrocchia di S. Babila. Tali privilegi restarono operanti fino all'invasione francese del 1796.

Nel corso del secoli fatti ed avvenimenti di ogni genere coinvolsero gli abitanti di Erba e particolarmente il XII e il XIII secolo furono teatro di guerre e distruzioni rimane famosa oltre alla battaglia di Tassera, anche le terribili e ripetute distruzioni di Incino, prima per opera dei Visconti nel 1278 e poi dai Torriani nel 1285.
Durante il XIII ed il XIV sec. Erba seguì le vicende di Milano, che era contesa tra i Torriani ed i Visconti. Infatti i Torriani, dopo aver devastato molti paesi della Martesana e particolarmente Incino, si impadronirono nel 1278 del Castello di Erba. Sette anni dopo fu la volta di Ottone Visconti che occupò Incino, ne abbatté la rocca e ne incendiò e rovinò il borgo.

Successivamente Ottone diventò padrone di Milano e scacciò i Torriani, mantenendo la Signoria Viscontea fino al 1447. Erba rifiutò in ogni modo di essere infeudata, facendo valere i privilegi del 1160.Nel 1404 i Signori (Rusca) di Corno fecero Erba l'oggetto di ripetute scorrerie, approfittando del fatto che i Dal Verme non volevano intervenire in difesa del borgo, non avendo questo voluto rinunciare a quei particolari privilegi che lo proteggevano dall'infeudazione. Comunque, dai Visconti il Piano d'Erba passò prima agli Sforza (1453-1470) -che concessero ad Erba una limitata autonomia rispetto al Vicario della Martesana -e poi agli Spagnoli, i qual i restaurarono le antiche strutture feudali e cedettero il territorio ai Conti Archinto (1647).

Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Erba risulta incluso nella pieve di Incino e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata de Niguarda” come “li zentilhomini da Herba” (Compartizione delle fagie 1346). Nel 1441 Erba, con tutta la pieve di Incino nella quale risulta collocato, venne concesso in feudo dal duca Filippo Maria Visconti ai conti Dal Verme (Casanova 1904). Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e dei successivi aggiornamenti del 1590 e del XVII secolo, Erba risulta ancora compreso nella pieve d’Incino (Estimo di Carlo V 1558, cartt. 24 e 25) dove ancora lo si ritrova nel 1644 (Relazione Opizzone 1644). Con istrumento rogato il 6 luglio 1647 il comune venne concesso in feudo al conte Carlo Archinto (Casanova 1904). Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751, Erba era sempre inserito nel ducato di Milano, nella pieve di Incino, ed il suo territorio comprendeva anche i cassinaggi di “Molino del piano”, “Cassina sopra il Monte detto Alpe”, Alpetto, Mirabello, Ginochio, Meano, Meanolo, Corgiago, Malpirana e Bajta (Compartimento Ducato di Milano, 1751). Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune, infeudato al conte Filippo Archinti al quale la comunità versava a titolo di convenzione la somma annua di lire 87, contava in tutto 690 anime. Disponeva di un consiglio particolare costituito da 17 deputati ed un sindaco-cancelliere che venivano eletti dal convocato generale con l’intervento del podestà. Restavano in carica tre anni ed a loro era affidata l’amministrazione del patrimonio e la vigilanza sui pubblici riparti. Il sindaco-cancelliere, che veniva retribuito con salario annuale, aveva incarico di conservare presso la sua casa le scritture della comunità. Incaricato delle riscossioni dei carichi e del pagamento delle spese era un solo esattore che veniva eletto con pubblico istrumento per tre anni. Il comune era sottoposto alla giurisdizione di un podestà feudale al quale versava un salario annuo, oltre che alla banca criminale di Milano. Il console prestava annualmente giuramento ad entrambi i giusdicenti (Risposte ai 45 quesiti 1751, cart. 3034). Sempre inserito nella pieve di Incino, Erba compare nell’“Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano” del 1753 ancora appartenente al ducato di Milano (Indice pievi Stato di Milano, 1753).

Furono inoltre edificati numerosi conventi come l'Abbadia di S. Antonio a San Maurizio e Santa Maria degli Angioli vicino a Crevenna, dove venivano anche tinti con il mallo delle noci i panni e le tuniche di tutti i frati della Lombardia. Per quanto riguarda l'aspetto religioso la chiesa di Sant'Eufemia rimase per secoli il punto di riferimento principale di tutta l'omonima Pieve. Sulla fine del 1500 San Carlo ordinò il trasferimento della Prepositura da S. Eufemia(Incino) a S.Maria Nascente (Villincino), poiché l'antica chiesa era ritenuta insicura ed inadeguata alle nuove esigenze pastorali. Il periodo delle infeudazioni e della dominazione spagnola sono una triste parentesi per la storia di Erba che si temprò e rifiorì nel 1700.Con Maria Teresa iniziò un periodo di benessere e di sviluppo per tutta la plaga erbese, sorsero filande e numerose ville signorili che ospitarono insigni personaggi della cultura: Monti, Parini, Foscolo.
Nel nuovo compartimento territoriale dello Stato di Milano (editto 10 giugno 1757), pubblicato dopo la “Riforma al governo e amministrazione delle comunità dello stato di Milano” (riforma Stato di Milano 1755), il comune di Erba venne inserito tra le comunità della pieve di Incino, nel territorio del ducato di Milano. Nel 1771 il comune contava 1.200 abitanti (Statistica anime Lombardia, 1771). Solo con la successiva suddivisione della Lombardia austriaca in province (editto 26 settembre 1786 c), il comune di Erba, sempre collocato nella pieve d’Incino, venne inserito nella Provincia di Como. In forza del nuovo compartimento territoriale per l’anno 1791, la pieve di Incino, di cui faceva parte il comune di Erba, venne inclusa nel VII distretto censuario della provincia di Milano (Compartimento Lombardia, 1791).

A seguito della suddivisione del territorio in dipartimenti, prevista dalla costituzione della Repubblica Cisalpina dell’8 luglio 1797 (Costituzione 20 messidoro anno V), con legge del 27 marzo 1798 il comune di Erba venne inserito nel Dipartimento del Lario, Distretto di Erba (legge 7 germinale anno VI). Con successiva legge del 26 settembre 1798 il comune venne trasportato nel Dipartimento dell’Olona, Distretto XXVI di Erba (legge 5 vendemmiaio anno VII). Nel gennaio del 1799 contava 1240 abitanti (legge 20 nevoso anno VII). Secondo quanto disposto dalla legge 13 maggio 1801, il comune di Erba, inserito nel Distretto primo di Como, tornò a far parte del ricostituito Dipartimento del Lario (legge 23 fiorile anno IX). Con la riorganizzazione del dipartimento, avviata a seguito della legge di riordino delle autorità amministrative (legge 24 luglio 1802) e resa definitivamente esecutiva durante il Regno d’Italia, Erba venne in un primo tempo inserito nel Distretto VII ex milanese di Erba (Quadro dei distretti 1802), classificato comune di III classe (Elenco dei comuni 1803), e successivamente collocato nel Distretto I di Como, Cantone IV di Erba. Il comune di Erba nel 1805 contava 419 (?) abitanti (decreto 8 giugno 1805 a). Il successivo intervento di concentrazione disposto per i comuni di II e III classe (decreto 14 luglio 1807), vide Erba allargare i propri confini territoriali con l’aggregazione dei comuni di Crevenna ed uniti ed Incino ed uniti. Inserito nel Distretto I di Como, Cantone IV di Erba, dopo l’unione il comune contava 2123 abitanti (decreto 4 novembre 1809). Tale aggregazione venne confermata con la successiva compartimentazione del 1812 (decreto 30 luglio 1812).

Ma è il 1800 che determino per Erba il periodo d'oro e di notorietà culturale e turistica.
In base alla nuova compartimentazione territoriale del Regno Lombardo – veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Erba venne inserito nella Provincia di Como, Distretto XIV di Erba. Il comune di Erba, dotato di convocato, fu confermato nel Distretto XIV di Erba in forza del successivo compartimento delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). Col compartimento territoriale della Lombardia (notificazione 23 giugno 1853), il comune di Erba venne inserito nella Provincia di Como, Distretto XIV di Canzo. La popolazione era costituita da 1562 abitanti.

Subite le occupazioni francese ed austriaca (1814), il Comune fu invaso dal Piemonte nel 1859 ed annesso al Regno d'Italia.
In base al compartimento territoriale del Regno d’Italia (decreto 8 giugno 1805 a) il cantone IV di Erba, compreso nel dipartimento del Lario, distretto I di Como, includeva i seguenti comuni: Albesio, Alserio, Anzano con Cassina Pugnano, Monticello e porzione di Monguzzo, Arcellasco con Torricella, Carpesino, Brugora e Cassina Torchiera, Brenno con Camisasca, Buccinigo con Molena, Carcano con Corogna, Casletto, Cassano con Sirtolo, Centemero con Musico, Colciago con Cassina Marcetta, Cassina Careggia, Cassina Visconti e porzione di Calpuno, Crevenna con Mornigo, Erba, Fabbrica, Incino con Villincino, Rogora e Ferrera, Lambrugo, Lezza, Lurago con porzione di Calpuno, Merone, Moiana, Monguzzo con Nobile, Nibionno con Tabiago e Zibrone, Orsenigo con Parzano, Parravicino con Pomerio e Caseglio, Ponte con Cassina Busnigallo, Rogeno con Calvenzana, Maggiolino, Molino del Leone e Molino del Maglio, Tregolo con Costa Masnaga, Somarino e Pettana, Villa Albese con Cassina Saruggia. La popolazione complessiva era di 18.885 abitanti. Con il decreto di aggregazione e unione dei comuni del dipartimento del Lario (decreto 4 novembre 1809), che disegnò il nuovo assetto amministrativo del territorio comasco, il numero dei comuni del cantone passò da 28 a 12: Albese, Alzate, Anzano, Carcano, Erba, Lurago ed uniti, Merone, Nibionno ed uniti, Ponte, Rogeno, Tregolo e Vill’Albese. La popolazione ammontava a 15.184 abitanti. Il decreto di concentrazione e unione dei comuni del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812) confermò, per i comuni del cantone IV di Erba, le variazioni previste dal precedente provvedimento del 1809, eccezion fatta per l’ex comune di Albese che venne aggregato a Vill’Albese e per il comune di Merone che assunse la denominazione di comune di Nobile.

In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Erba con 1.589 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento XI di Erba, circondario I di Como, provincia di Como. Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 1.676 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 1.724 (Censimento 1871); abitanti 1.717 (Censimento 1881); abitanti 2.016 (Censimento 1901). Nel 1906 il comune di Erba venne aggregato al nuovo comune di Erba Incino.
In base al compartimento territoriale del Regno d’Italia (decreto 8 giugno 1805 a) il cantone IV di Erba, compreso nel dipartimento del Lario, distretto I di Como, includeva i seguenti comuni: Albesio, Alserio, Anzano con Cassina Pugnano, Monticello e porzione di Monguzzo, Arcellasco con Torricella, Carpesino, Brugora e Cassina Torchiera, Brenno con Camisasca, Buccinigo con Molena, Carcano con Corogna, Casletto, Cassano con Sirtolo, Centemero con Musico, Colciago con Cassina Marcetta, Cassina Careggia, Cassina Visconti e porzione di Calpuno, Crevenna con Mornigo, Erba, Fabbrica, Incino con Villincino, Rogora e Ferrera, Lambrugo, Lezza, Lurago con porzione di Calpuno, Merone, Moiana, Monguzzo con Nobile, Nibionno con Tabiago e Zibrone, Orsenigo con Parzano, Parravicino con Pomerio e Caseglio, Ponte con Cassina Busnigallo, Rogeno con Calvenzana, Maggiolino, Molino del Leone e Molino del Maglio, Tregolo con Costa Masnaga, Somarino e Pettana, Villa Albese con Cassina Saruggia. La popolazione complessiva era di 18.885 abitanti. Con il decreto di aggregazione e unione dei comuni del dipartimento del Lario (decreto 4 novembre 1809), che disegnò il nuovo assetto amministrativo del territorio comasco, il numero dei comuni del cantone passò da 28 a 12: Albese, Alzate, Anzano, Carcano, Erba, Lurago ed uniti, Merone, Nibionno ed uniti, Ponte, Rogeno, Tregolo e Vill’Albese. La popolazione ammontava a 15.184 abitanti. Il decreto di concentrazione e unione dei comuni del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812) confermò, per i comuni del cantone IV di Erba, le variazioni previste dal precedente provvedimento del 1809, eccezion fatta per l’ex comune di Albese che venne aggregato a Vill’Albese e per il comune di Merone che assunse la denominazione di comune di Nobile.

La popolazione industriosa ha saputo ben utilizzare le risorse presenti sul territorio e, con l'avvio delle Ferrovie Nord nel 1879, si è decisamente imposta come centro attivo, ricco di storia e di cultura.

Nel 1912 giunse da Corno la tranvia, prolungata nel 1927 fino a Lecco. Le comunicazioni con i maggiori centri vicini furono così completate ed Erba - che nel 1906 si era unita ad Incino -iniziò il suo fortunato decollo. commerciale e produttivo.
Nel 1927 venne ricostituito il comune autonomo di Erba con i soppressi comuni di Bucinigo, Cassina Mariaga, Crevenna ed Erba Incino, disaggregandone il territorio dal comune di Erba Incino (R.D. 15 dicembre 1927, n. 2515). In base alla legge sull’amministrazione locale emanata nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Nel 1928 al comune di Erba vennero aggregati i soppressi comuni di Arcellasco e Parravicino (R.D. 11 ottobre 1928, n. 2542). Nel 1928 dal comune di Erba venne staccata la frazione di Pontenovo, aggregata al comune di Merone (R.D. 1° novembre 1928, n. 2563). Popolazione residente nel comune: abitanti 8.537 (Censimento 1931). Nel 1935 dal comune di Erba vennero staccate le frazioni di Molena e Ferrera, aggregate al nuovo comune di Albavilla. Popolazione residente nel comune: abitanti 8.745 (Censimento 1936). In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1946 il comune di Erba veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 10.971 (Censimento 1951); abitanti 12.175 (Censimento 1961); abitanti 15.636 (Censimento 1971). Nel 1971 il comune di Erba aveva una superficie di ettari 1.813.

L'attuale comune di Erba è formato dall'unione dei soppressi di Erba Incino, Buccinigo, Cassina Mariaga, Crevenna, Arcellasco e Parravicino. Le varie adesioni si svolsero in varie tappe successive: primo passo il 21 agosto 1906 con la storica unione di Erba con Incino, poi nel 1923 l'adesione di Crevenna, Buccinigo e Cassina Mariaga ed infine nel 1928 l'aggiunta di Arcellasco e Parravicino completarono la formazione del nuovo comune. Il 12 maggio dell'anno 1970 il Presidente della Repubblica decreta al Comune di Erba il titolo di Città, confermandone così le importanti caratteristiche socio-economiche che pone l'abitato di Erba tra i luoghi più rappresentativi ed operosi dell' Alta Brianza.


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