Descrizione
Riconosciuta tra le chiese plebane più antiche della diocesi, Sant'Eufemia di Incino è stata oggetto di numerosi studi e continue ricerche che hanno permesso di datare la sua origine alla metà del V secolo.
La chiesa, come la descrive in uno studio Sandro Mazza, "si presenta come una lunga ed alta aula monoabsidata " con locali adibiti a sacrestia e a cappelle nel lato meridionale. Ha subito vari ampliamenti, uno dei quali nel XVI secolo, con l'allungamento della navata che fu portata fino a ridosso del campanile.
Davanti alla chiesa originariamente si trovavano il battistero e il cimitero, riportati alla luce durante la campagna di scavi del 1994.
A nord della facciata si trova il campanile in stile romanico del XII secolo.
La navata, a pianta rettangolare con soffitto a capriate recenti, presenta, sulla destra entrando, una cappella che conserva un antico affresco della madonna rimaneggiato nel secolo scorso. La cappella fu istituita dalla più importante famiglia locale, quella dei Parravicini.
L'abside, a pianta semicircolare è una delle parti più antiche della chiesa. Quattro lesene la suddividono in tre sezioni verticali.
Prima del XI secolo fu costruita sotto l'altare la cripta divisa in tre piccole navate.
Nella chiesa sono conservati, oltre all'affresco della cappella, due quadri del XVI secolo: a sinistra uno che rappresenta la Madonna e a destra l'Annunciazione.
L'opera più notevole e di grande valore artistico è un grande Crocifisso ligneo del XVI secolo con dipinta la figura di Cristo, di stile giottesco. Nei riquadri, posti nei quattro punti terminali della Croce e venuti in luce solo durante il restauro (1983), sono effigiati:
- a sinistra la Vergine Addolorata vestita di nero;
- a destra San Giovanni;
- in alto il Cristo Redentore che indica con la mano destra la S.S. Trinità e con la mano sinistra regge il mondo.
- in basso la coppa raccoglitrice del sangue di Cristo.
Altri arredi di interesse risultano essere l'acquasantiera in marmo, ornata di figure in rilievo, che reca la data MCCXII (1212) e le lettere P.A.M.E.F., il cui significato è stato interpretato come: "Petrus Antonius me fecit" e la chiave di arcata marmorea rappresentante un personaggio tra due alberi, forse il Redentore, riferibile come periodo al XII secolo.
Modalità d'accesso
Luogo privo di barriere architettoniche e accessibile a tutta la cittadinanza.
Indirizzo
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 2 settembre 2024, 15:05